Vola, Colomba bianco vola. E vola pure la Fata Monclerina in tribuna, la presidente Francesca che saltella nel suo piumino celeste incredula forse quanto noi. E vola al cinema anche De Laurentiis: «Natale al Dall'Ara», che film. Nel frattempo, toh, ha forato il grimpeur Guidolin, piccolo uomo delle grandi pianure, e il Bologna ha agganciato il suo Parma, in questa classifica del girone di ritorno che dà ormai le vertigine: il Bologna era e resta secondo, dietro la sola Roma, ma intanto, per quel tanto o quel che poco che conta, gli ha bevuto ieri due puntoni. La marcia degli ex pinguini rossoblù sta assumendo proporzioni imbarazzanti. Siamo perfino disorientati davanti a troppa grazia. Undici punti sopra la terzultima Livorno, quindi virtualmente 12, avendo lo scontro diretto coi toscani a favore: sono più di quelli che separano i rossoblù dalla Juventus, e sono quelli che, per dare un volto alla stagione, contano davvero. Insieme al Bari, la squadra trasformata da Colomba (e un po' anche da Baraldi: ora il Bologna sembra una società) è stata l'unica a vincere nella colonna di destra della classifica. Se non dovessimo ancora riprenderci dallo choc della retrocessione di Mazzone, anno 2005, si potrebbero osare parole che mai avremmo pensato, a due mesi dalla fine del campionato. Ieri al Dall'Ara è stata una partita di rara bellezza per ritmo e intensità, e il Bologna l'ha vinta, come a Genova, dando spettacolo. Poteva segnare ancora il Napoli, vero, ma anche il Bologna, che quattro volte, su angolo, contro una difesa presepe, l'ha presa di testa e buttata fuori, ed ha infine concluso all'attacco, confermando una condizione fisica strepitosa. E' una squadra entusiasta di se stessa. Uscita non solo indenne dal forfait di Viviano, ha superato quello di Di Vaio l'imprescindibile, addirittura migliorando le sue prestazioni fino al punto che, paradossalmente, diventa difficile ora ritrovargli posto in campo, al posto di Rainman Adailton, quattro gol nella pioggia delle ultime due gare, e anche del redivivo Zalayeta. Menzione speciale per Raggi e Mudingayi, monumentali, e per Viviano: il portiere merita senza dubbio
i Mondiali, che d'altronde, se non si rimbecillisce, giocherà da titolare fra quattro anni.
Emilio Marrese
repubblica.it