Addio a Sergio Buso,
Giocatore e coach rossoblù
Giocò nel Bologna per tre anni dal 1972. Nel 1999 guidò la prima squadra fino all'arrivo di Guidolin
Sergio Buso
BOLOGNA - Nel giorno di Santo Stefano alle ore 16 si terranno i funerali di Sergio Buso, l’ex giocatore e allenatore del Bologna scomparso il 24 dicembre a 61 anni a causa di una forma di leucemia. Le esequie sono in programma nella chiesa di Sant'Egidio a Taranto, la città della moglie, e saranno presenti diversi personaggi del mondo del calcio, in particolare quello rossoblù, realtà che aveva imparato a conoscerlo ed apprezzarlo: Buso infatti all’esterno pareva un tipo un po' burbero ma sapeva farsi decisamente amare dalle persone che lavoravano con lui. Nel giorno di Natale il Bologna Calcio ha voluto ricordarlo con un messaggio sul sito ufficiale: «Il Presidente Albano Guaraldi, i dirigenti, i dipendenti e i giocatori del Bologna Fc 1909 – si legge nella nota – partecipano al dolore della famiglia di Sergio. Ne rimpiangeremo l'animo gentile, l'eleganza, l'ironia e una sconfinata conoscenza del calcio».
L’ULTIMA COPPA ITALIA – Da giocatore Sergio Buso, padovano di nascita, ha legato il suo nome all’ultima conquista di un trofeo da parte del Bologna: era il 1974, in panchina c’era Pesaola e le basette da rocker di Buso comandavano una difesa formata da Roversi, Cresci, Battisodo e Rimbano. Quel Bologna chiuse nono in campionato e il 23 maggio all’Olimpico si giocò la Coppa col Palermo: pari con rigore di Savoldi (fallo su Bulgarelli) a tempo scaduto e i rigori che videro trionfare proprio i rossoblù per 5-4. Da giocatore del Bologna Buso chiuse con 61 presenze in due stagioni, calcando anche i campi di Coppa Coppe e di Mitropa Cup.
LA TRECCANI DEL CALCIO – Tornò a Bologna da tecnico nel 1995, come collaboratore di Renzo Ulivieri, con cui ha condiviso la scalata dalla B all’Europa, e occupandosi della Primavera del Bologna. Nel 1999, dopo la separazione con Mazzone, ebbe la sua occasione: Gazzoni lo promosse sulla panchina della prima squadra definendolo «la Treccani del calcio», per via della sua conoscenza effettivamente enciclopedica della materia. Il soprannome però non gli portò fortuna, forse finì per generare troppe aspettative e dopo sette giornate (una vittoria, quattro pari e due ko) arrivò Guidolin.
L’AZZURRO – Dopo aver lavorato con Prandelli e Colomba e aver contribuito al lancio di tecnici poi arrivati in A come Mazzarri e Bisoli, Buso nel 2006 stava tornando al Bologna con Ulivieri ma dopo pochi giorni fu costretto ad abbandonare l’incarico perché chiamato alla corte di Donadoni, all’epoca Ct azzurro. L’esperienza con l’Italia si chiuse nel 2008, ma Buso restò con Donadoni anche al Napoli e al Cagliari, continuando a lavorare anche nell’ultima estate, mentre le sue condizioni di salute stavano già peggiorando. Il gesto di un uomo che amava la sua professione e la materia che continuava a studiare con passione pur dall’alto della sua grande conoscenza, un esponente di un calcio garbato che non esiste più.
Alessandro Mossini
(corriere di Bologna)
26 dicembre 2011
IL Gruppo Controtendenza porge le piu' sentite Condoglianze alla Famiglia.