mercoledì 1 luglio 2009

moggi?

un bell'articolo di marrese che personalmente condivido in pieno
buona lettura, gianluca

(repubblica – 01 luglio)
Per favore, diteci che è uno scherzo
Accostare quel nome al Bologna è un insulto imperdonabile
di Emilio Marrese

E´ uno scherzo, vero? Perché come scherzo fa già abbastanza schifo, non fa per niente ridere, ma
come realtà sì che andrebbe oltre ogni limite immaginabile del ridicolo. Moggi consulente del
Bologna? Volevamo proprio vedere chi avrebbe avuto il coraggio di far rientrare dalla porta di
servizio questo signore: ebbene, siamo noi. Anzi, no: sono loro. Gli ineffabili Menarini. Che
pensavamo fossero solo improvvisati e sprovveduti, e invece no. La dabbenaggine e
l´incompetenza non sono peccati capitali, l´assenza di etica sì. Questi costruttori di palazzine,
restauratori di cupole e distruttori di sogni non solo non capiscono un accidente di calcio, ma
affidandosi a Moggi dimostrerebbero di non capire un accidente neanche della città dove sono nati e vivono.

Accostare il nome di quel signore, un frequentatore dei tribunali sportivi, a quello del
Bologna è un insulto imperdonabile, aldilà dell´etichetta che gli vorranno eventualmente
appiccicare: consigliere del presidente, consulente, maggiordomo personale. O stalliere. Non
siamo retrocessi per miracolo il 31 maggio, ma lo siamo adesso. Ed era meglio finire in B, a
saperlo. Chiediamo scusa al direttore sportivo Salvatori: da queste colonne ne avevamo chiesto le
dimissioni per aver allestito una squadra indecente. Non potevamo immaginare che al peggio non
c´è mai fine. Qui se c´è qualcuno che se ne deve andare, e di corsa, è il Geometra Menarini. Ma
siccome non è facile trovare un altro che si accolli la società come è stata ridotta oggi, con quel
pacco di assurdi contratti pluriennali concessi ad un´accozzaglia di mezzi brocchi, il problema è
che pur di andarsene i Menarini sono disposti a ricorrere ai prestigiosi uffici del signor Moggi.
E´ un´ipotesi che dà la misura dello stato di pericolosa disperazione in cui versano gli attuali
proprietari del Bologna calcio. Ci pensa il tentacolare Lucianone, allora. Mal che vada, gli danno il
soldino bucato con cui vorrebbero fare il mercato, e lui lo seppellisce nel campo dei miracoli
perché crescano alberi di zecchini d´oro. Di questo passo, i Menarini ci faranno rimpiangere
Casillo.

Il fine non deve giustificare i mezzi. Riscriveremmo queste stesse parole, si badi bene, anche il
giorno in cui l´inestimabile esperienza del signor Moggi dovesse portare il Bologna in Champions
League. Se il Bologna diventa in qualche modo affar suo, non può più essere nostro e di chi ha
un´idea diversa di sport. Non saremo complici.

D´istinto, verrebbe voglia di invitare tutta la stampa bolognese a disertare l´imminente conferenza dei Menarini, ma i giornalisti, oltre al compito di giudicare, hanno prima di tutto quello di riferire e fare domande.
E vogliamo proprio vedere con quale faccia e quali parole potrebbero presentare l´Impresentabile.

Bisogna essere senza vergogna per farlo. E se non si vergognano loro, lo facciamo noi di loro e
per loro. Se anche ci venisse a raccontare che è stato tutto un equivoco o che ha cambiato idea, ci
basta solo sapere che l´ha accarezzata o coltivata un solo istante per esprimere un giudizio senza
ritorno sulla cifra tecnica e morale di questa dirigenza. Meno di zero. Se ne devono andare, punto
e basta.

I tifosi, invece, potranno manifestare tutto il loro giustificato dissenso disertando i botteghini per
l´abbonamento. Sarebbe, lo sciopero dei baiocchi, la forma di protesta più civile ed efficace.
Auspicabile.

Cari Menarini, si fa per dire, le nostre strade si separano qui: tanti cari auguri. O, forse, dovremmo dire baciamo le mani?