martedì 28 luglio 2009

Parla il Bomber



Sestola, 28 luglio 2009 - PAPADOPULO gli ha dato subito la fascia di capitano: un atto dovuto. A chi, l’anno scorso, ha tenuto a galla il Bologna a suon di gol, a chi ci ha messo sempre la gamba e la faccia nei momenti di impaccio, a chi una parola di dissenso o un gesto di insofferenza non l’ha mai partorito da quando, undici mesi fa, sbarcò a Casteldebole.


Di Vaio, cominciamo dalla pizza della pace.
«Intanto, non ho pagato io. Osvaldo e Mingazzini hanno mangiato uno di fianco all’altro e sono andati alla cassa insieme. Io ho dato solo l’idea».


Un buon modo per evitare una frattura scomposta.
«Il problema del gruppo diviso in due non esisteva per un motivo molto semplice: che non c’era chi aveva ragione, ma solo chi aveva torto. E non ci si schiera con chi ha torto».


Diciamo che avete evitato la strascicarsi delle incomprensioni.
«L’episodio in sé è stato brutto, ma ingigantito nel suo reale valore. Dopo è dispiaciuto a tutti, ai protagonisti e ai loro compagni. Osvaldo e Minga hanno chiesto scusa e il lavoro è ripreso in armonia».


Come ha detto Papadopulo, lo screzio ha dirottato l’attenzione su temi sbagliati.
«Il gruppo lavora bene ed è tranquillo. Siamo qui per migliorare, per essere positivi, sapendo che c’è tanto da fare. E fare quello che dobbiamo è la cosa che ci preme di più».


Qualcuno lo ha ipotizzato: Osvaldo potrebbe partire.
«Non ci credo. Daniel è arrivato da poco, è giovane e va aiutato, non condannato. Indicarlo come problema è sbagliato. E’ vero il contrario: è un giocatore dal grande potenziale che i problemi imparerà a risolverli».


Qualcuno per l’attacco arriverà.
«Non è questo che conta di più per noi. Arriverà chi deve arrivare, intanto in attacco si lavora con Osvaldo e con Adailton e si lavora bene».


Prime impressioni all’alba dell’era Taçi: la spesa maggiore sarà effettuata proprio per completare l’attacco. Di Vaio, che tipo di rinforzo si immagina?
«Un giocatore alto, che ci dia qualcosa in più sul gioco aereo e che permetta al centrocampo, quando è il caso, di alzare il pallone. Ma non è che una squadra campi solo sugli attaccanti».


Al Bologna, lo ha detto anche l’allenatore, serve tanto altro.
«Volevo dire: non avrebbe molto senso bruciare il budget della società per l’acquisto di un solo giocatore. Se le punte non hanno dietro una squadra forte, faticano comunque».


A proposito di questo: sembra che rifornire gli attaccanti con continuità per il momento sia un problema.
«Papadopulo sta impostando il Bologna in modo che siano quattro o cinque i giocatori ad arrivare in zona gol».


Se il tecnico centrasse il suo obiettivo per lei sarebbe un sollievo: si scrollerebbe di dosso il peso della responsabilità.
«Mi piacerebbe un Bologna più pericoloso, un Bologna che si liberi dalla paura di prendere sempre gol e che acquisti un alto livello di autostima. Mi piacerebbe un Bologna dove c’è gloria per tutti».


E meno pressione per lei.
«Non è una questione di pressione, ma di realtà: se a far gol è uno solo, rischiamo di andare incontro a un’altra stagione di sofferenza».


Capitano, la squadra fin qui è sembrata poverella in tutte le zone del campo.
«C’è stato il cambio di modulo, e di questo si parla troppo poco. Concetti e movimenti nuovi da mandare a memoria: serve un po’ di tempo. Poi abbiamo speso parecchio sul piano fisico».


Intanto sul fronte del mercato tutto tace, in attesa di Taçi.
«Sono importanti la stabilità e le prospettive di crescita, ancor più dei nomi. Con quelli non si costruisce una squadra. Serve il lavoro, la disponibilità, il sudore, quindi giocatori che si immedesimino con le caratteristiche del gruppo».


E, dopo tanto attendere, servirebbe anche un po’ di rapidità.
«Al Genoa Milito e Thiago Motta arrivarono a pochi giorni dal via, ma furono i giocatori che cambiarono gli obiettivi e che autorizzarono il Genoa a parlare di Uefa».


Due così al Bologna farebbero molto comodo.
«Aspettiamo a parlare del futuro, per rispetto di chi c’è e di chi verrà. Presto conosceremo la nuova proprietà e allora sapremo quali discorsi siamo autorizzati a fare».



dall'inviato Stefano Biondi
(il resto del carlino on-line)