martedì 7 giugno 2011

Calciopoli le richieste dei danneggiati

Calciopoli, le parti civili chiedono (per ora) 200 milioni a imputati e club. Juve e Fiorentina, contrattacco il 14
© LaPresse Nuova giornata calda a Napoli. Mazzini: «Non sono un delinquente». Intanto i due club replicheranno sulle richieste danni il 14 giugno poi vie con le difese. Il 28 giugno salta l'udienza prevista perché c'è in ballo la ricusazione della Casoria. Tutto il processo slitta di "una giornata" quindi le sentenze di primo grado potrebbero slittare a settembre

 7 giugno - Prende avvio l'udienza che sara' dedicata alle prime parti civili ammesse. In Aula perla prima volta dall inizio del processo il 20 gennaio 2009 innocenzo Mazzini, ex vice presidente della FIGC, per il quale i pm hanno chiesto 4 anni per associazione. Il dirigente toscano chiederà di poter fare dichiarazioni spontanee.

13.35 - RICHIESTA RAI E SLITTAMENTO UDIENZA

In chiusura di udienza la Rai ha chiesto 10 milioni di danni. Inoltre è stato precisato come salterà la prossima udienza del 28 giugno perché in contemporanea ci sarà l'udienza sulla riechiesta di ricusazione del giudice Casoria alla Corte d'Appello del Tribunale di Napoli. Ovviamente questo slittamento comporterà lo spostamento di un'udienza di tutto il processo. Il 19 luglio ci sarà l'arringa finale della difesa di Moggi e visto che molto probabilmente ci saranno le replice dei pm e considerando che attorno al 20 luglio il Tribunale di Napoli chiude per la pausa estiva la sentenza potrebbe slittare a metà settembre prossimo alla riapertura dopo la pausa di agosto.



13.15 - IL BOLOGNA CHIEDE 32 MLN

Attacca la dichiarazione di Mazzini, citando le telefonate con Mencucci, anche la difesa del fallimento Vittoria, avvocato Sacchi Morsiani, la società di Gazzoni Frascara che deteneva, prima della bancarotta, le quote di maggioranza di Bologna Calcio. Danno valutato dal perito del fallimento: il professor Bastia, il ctu del tribunale, sottolinea che la retrocessione ha portato una svalutazione di 36,4 milioni di euro. Bologna venduto a ottobre 2005 a 924 mila euro, perché ormai in B. Nel 2001 valeva circa 35 milioni. Chiediamo: 32 milioni esecutivi. Se non ci sarà prova piena si imponga comunque la provvisionale di 5 milioni di euro per la quale chiamiamo a rispondere in solido Juventus e Fiorentina in solido.



13.01 - «LA FIORENTINA CI DIA 43,3 MLN»

Il Bologna chiede danni alla Fiorentina per 43,3 milioni di euro per danni e 10 milioni per danni morali, o 15 milioni di provvisionale.



12.36 - LA VERSIONE DEL BOLOGNA

Avvocato Merlini, avvocato del Bologna Calcio, prende la parola: «Mettiamo a raffronto i bilanci della squadra retrocessa in B. Bologna costituiti contro le responsabili civili Fiorentina. Anche nelle dichiarazioni di Mazzini dimentica del dossieraggio nei confronti di Della Valle: si adopera per la Fiorentina non per sentimento cittadino. E quando dice no alla corruttela delle partite e agli arbitri, indirizza alla struttura che non agisce per la Juve, ma per la Fiorentina. Della Valle non è certo uomo privo di mezzi e di conoscenze, ma deve andare a Canossa o meglio a Coverciano, da Bergamo passando attraverso Moggi e Giraudo. Le schede svizzere sono una prova». Cita il passaggio di una telefonata in cui si parla di «la Fiorentina nostra». Ma, visto che sentiamo il tifo interista di Bergamo con Facchetti, il tifo milanista di Manfredi Martino e quello degli amici di Meani (a breve nuove interessanti manifestazioni di affetto per il rossonero da parte di arbitri in attività), ma quando si sente dire a qualcuno dei protagonisti principali un «la Juve nostra?»



12.04 - DAL CASO DONI A CALCIOPOLI: A NAPOLI L'ATALANTA CHIEDE 68 MILIONI, MA SI ACCONTENTA DI 30

Prende la parola, proprio nei giorni della bufera per frode sportiva che sta travolgendo proprio il club nerazzurro, l’avvocato dell’Atalanta,

Gueli: «Alterate singole situazioni riconducibili alla scelta di arbitri, di irrogazioni di sanzioni disciplinari per squalifiche. Bene tutelato è la correttezza della partita. Esistenza e forza di questo sodalizio, l’altezza gerarchica qui forse società che non potevano far parte di questo campionato (sospetti su ammissione: fuori contesto e fuori processo, ndr). Abbiamo prodotto i bilanci sugli anni di riferimento: incassava 5 milioni scesi a 2 milioni. Perdita netta 3 milioni da danno emergente. Poi i danni maggiori per diritti tv, sponsor, marketing, minore visibilità. In serie A 19 milioni ricavi, in B calo fino a 4.5: meno 14 milioni. E l’anno dopo con il ritorno in A si torna a 22 milioni di ricavi. Chiediamo danni emergenti per 11 milioni, ma va anche valutato il deprezzamento del cartellino dei calciatori per 20 milioni e un danno morale 10 milioni e altri danni per chance perse chiedo 15 milioni. Il danno complessivo di 68 milioni di euro, ma 30 milioni sarebbe provvisionale adeguata».





11.50 - DANNO ANCHE PER FEDERCONSUMATORI

Agostino La Rana, Federconsumatori campana: «Chiediamo la condanna al ricarcimento senza provvisionale». Persino l’avvocato parte civile però dice che la decisione della Cassazione di dichiarazione di abnormità della decisione della giuria di esclusione delle parti civili è «stata, a mio avviso, abnorme». In ogni caso, chiude La Rana, si può fare la parte civile «senza distirbare l’economia del processo. Qui s’è anche chiesto a Del Piero quanti scudetti ha vinto, domanda inconferente: noi domande del genere non ne abbiamo poste in questi mesi».



11.40 - CALCIOPOLI, LO STATO CHIEDE 30 MILIONI DI DANNI

Prende la parola l’avvocato dello Stato, Federico Vigoriti: rappresenta i Monopoli di Stato e l’ex ministero dello sport. La prende larga e comincia attaccando la Casoria e la giuria che inizialmente aveva tenuto fuori dal processo le parti civili. «Sensazioni prognostiche non positive», le chiama. Poi scantona su Scommessopoli, provando un acrobatico trait d’union: «Abbiamo fatto in queste ore ulteriori scoperte... Presunte frodi sportive, indagini analoghe a questa. Stanno coinvolgendo le squadre e lì i soggetti ammettono gli addebiti... Questo mi induce a pensare che non parliamo di un altro pianeta: forse non è quella cosa fuori dal mondo di cui stiamo parlando. Offro note di colore». Cita un’intervista di Moggi al Tg1 in cui a proposito di Scommessopoli Moggi dice «io ai calmanti non ci sono mai arrivato». L’avvocato Prioreschi si arrabbia: «Parliamo di questo processo o no?» Vigoriti comincia ad urlare: «Non ammetto di essere interrotto» La giudice Casoria taglia corto: «Quell’intervista l’ha fatta al Tg1, l’abbiamo sentita tutti. Lei si attenga al fatto». E Vigoriti spara alto: «Vengo al danno: parto dai Monopoli di Stato, che organizzano giochi pronostici che di fondano sulla correttezza delle gare ad oggetto delle scommesse. Impatto disilludente: calo delle scommesse in caso di fatti come questi scandali. Per i Monopoli gettito minore di per circa 20 milioni, come danno patrimoniale. Poi c’è il danno morale. Il Pogas (ministero per attività giovanili, senza portafoglio: un ministero che non c’è più) che ha subito una lacerante ferita perché promuove la finalità sociale dello sport, leso da questo scandalo. Essere o avere: qui c’è da valutare questo in riferimento al danno morale. Per Monopoli chiediamo 20 milioni di euro di danno patrimoniale, più 5 milioni per danno morale. E 5 milioni per il danno morale al ministero delle politiche giovanili». Tocca alla parte civile Federconsumatori Campania, parla l’avvocato La Rana.





11.05 - DICHIARAZIONE SPONTANEA DI INNOCENZO MAZZINI - Giudice Casoria: «Lei chi è?». «Io sono Innocenzo Mazzini. Signor presidente, ho chiesto di poter effettuare dopo cinque anni di assoluto silenzio possa offrire il mio contributo per comprendere i fatti. Ho voluto attendere i pm che chiudessero la loro requisitoria: chiarisco prima. Ho svolto la mia attività di dirigente sportivo quasi esclusivamente in ambito dilettantistico, dal 1960 fino a pochi anni orsono. Ho operato in una società dilett del mio quartiere, dove ero medico condotto. La mia Firenze Ovest molto attenta ai problemi dei giovani. Ad inizio anni Novanta sono entrato per caso in Figc, nel 1998 dopo comitato toscano, nominato dall’avvocato Nizzola come presidente del settore giovanile. Dal 2000 al 2006 eletto vicepresidente e l’altro vice era Giancarlo Abete. Il mio ufficio si trovava presso il centro tecnico dio Coverciano, lo dico perchè adombrato perché io mi recassi a Coverciano per parlare illecitamente con gli arbitri: quella era la mia sede operativa. Io ero delegato da Carraro prima all’antidoping: c’è la sezione antidoping, lì. Dal 2003 anche la responsabilità di tutte le nazionali italiane: dall’under 16 alla A. Ho svolto la mia attività a Coverciano perché sede di tutti i raduni azzurri, cuore pulsante dell’attività Figc. E c’è anche la sede del Museo del Calcio, io ero del Direttivo. E a Coverciano c’è la Fondazione Franchi. L’antidoping, io sviluppai i controlli domenicali a sorpresa, fino a 4000 a domenica. L’uso dopante dell’epo sintetica è stata cercata con me alla guida, durante la polemica Zeman-Juve, con la Juve sottoposta a giudizio per abuso di farmaci ed eritropietina. Era attività quotidiana, la mia, a Coverciano: così non mi dovevo spostare troppe volte a Roma. Da dirigente di lungo corso, conosco bene i meccanismo della giustizia sportiva: so che il valore alla quale essa si conforma è la celerità, bisogna far presto. Come è noto celerità e giustizia sono in contraddizione, pur rispettando i giudici sportivi ne contesto le decisioni: ho impugnato le squalifiche al Tar, per questo. La caratteristica della presidenza Carraro ra quella di una grande colegialità: il presidente chiedeva di collaborare con tutte le società e queste coi vari settori federali, per ridurre al minimo la conflittualità e per fare in modo che l’attività non fosse piena di tensioni. Tenuto conto della mia sede operativa non raramente mi sono intrattenuto a pranzo con arbitri e dirigenti arbitrali, si radunavano lì dal giovedì al sabato. Si trattava di temi istituzionali, rapporti con le società: interazione, non solo perfettamente consentita, ma espressione diretta delle linee guida di politica federale in materia. E vi spiego come e perché in ambito di attività lecite, vi spiego come si sono nominati i due: riunione conviviale a casa Carraro con sette società Roma, Lazio, Milan, Inter, Juve, Parma e Fiorentina. Un gruppo voleva Bergamo, uno voleva Pairetto: si decise per entrambi. Nessuno, nessuno sollevò obiezioni per invalidare la nomina, si evidenziò il problema che fossero due: e basta. Era il 1999. E io ero presidente del settore giovanile: non ho partecipato a queste decisioni. Io non sono un delinquente, non lo sono mai stato. Io ho un carattere molto toscano, molto fiorentino: prendo in giro, faccio scherzi, millanto. Se di qualcosa mi si può accusare è di eccedere nel battutismo: i rilievi vanno personalizzati nel mio modo di essere. Io sono così perché la mia professione mi ha poprtato ad assistere persone molto angosciate, molto addolorate e piene di paura di morire: il calcio era una camera di compensazione. Un quadro di burn out: mai avuto e cercato, mai, di promuovere ricchezza economica dalla mia attivtà spoiva. Mai arricchito: vivo dignotosamente della mia pensione, non ho aumentato il mio patrimonio. I miei rapporti con i dirigenti della Juve erano amicali, che avevao però anche con altri dirigenti: Milan, Inter, Roma e così di seguito. Mai interessato specificatamente delle vicende sportive della Juventus, soltanto una volta nelle interettazioni emerge un mio interesse che è Siena-Milan dove scherzo e rido con Giardup, consigliere federale come me, per il famoso arbitro generato fosse Luigi Collina, il meno gradito dalla Jiuve. Anche in seguito allo scudetto perso nel 2000 dalla Juve con il ko di Perugia in una gara sospesa per 75'. Il mio commento era con Giraudo ko Milan con arbitro meno filo-juventino non si poteva. Sempre parlato di politica federale: consiglieri federale Giraudo, come Galliani. E con loro spesso parlavo di calcio dilettntistico: coi voti dei dilettanti potevo fare il vicepresidente a vita, non avevo bsogno di accordi con chicchessia per restare vice. Mai intrattenuto rapporti economici con dirigenti federali».



IO E LA FIORENTINA - «È la squadra della mia città, c’erano state traversie, col fallimento della società e marce di tifosi arrabbiati. In tre anni tornati in A grazie ai fratelli Della Valle: il primo campionato di A è quello 2004-2005. In questa stagione la Fiorentina va in difficoltà: non fa risultati pari agli investimenti, siamo in periodo elettorale. In Figc e in Lega ci sono problemi per il rinnovo delle cariche e la dirigenza della Fiorentina contesta la ripartizione dei diritti tv, per come proposta da Galliani. E si oppone al rinnovo di Carraro e Mazzini-Abete vice: a fine 2004 si risolve col patto della staffetta. La squadra continua ad andare male, nonostante l’accordo dei dirigenti. E ci sono gruppi di tifosi che vorrebbero far fuori i Della Valle. Oggetto di voluta persecuzione arbitrale, di questo si parlava: ma gli “errori” sarebbero cessati con l’accordo sulle nomine. E l’assetto prevedeva un accordo richiesto dalla Fiorentina: dopo due anni Carraro, via Abete presidente e io vicario. Alla fine la soituazione federale è ok, la Fiorentina è molto inguaiata, ci sono errori arbitrali: errori in perfetta buonafede, senza spinte. Grave manifestazione contestazione: banconote di 100 euro in tutto lo stadio e nomi di tutti gli arbitri con striscioni “venduti”, possibili gravi problemi di ordine pubblico. I dirigenti della Fiorentina si rivolgono al sottoscritto: mi chiedono aiuto in questa delicata situazione, dicendomi che c’era qualcuno che gli aveva prospettato l’idea di “comprare” utilizzando molti soldi arbitri e giocatori per salvare la Fiorentina. Se io fossi stato il delinquente che non sono, quale migliore situazione di questa per lucrare un lauto compenso e assecondare questa politica delittuosa: invece, come risulta dall’intercettazioni, io ho immediatamente ricudsato questa prospettiva, dicendo che non si fanno gli illeciti, non si fanno troiaii. Al contrario ho suggerito di mutare indirizzo contro la classe arbitrale da parte di tutta la Fiorentina, come città: piolitici, tifosi, allenatori, dirigenti, calciatori. Serviva un rapporto cordiale, in assenza di ostilità, conosco infatti troppo bene gli arbitri: quanto più vengono attaccati e tanto meno li troverai imparziali, l’attacco sistematico produce reazioni contrarie».



PRANZI CON TUTTI - «Per questo il famigerato incontro non vietato al ristorante tra me, Bergamo e i Della Valle e altri 50 avventori. In quella occasione la volontà di non fare più muro contro muro, e mettere la squadra in condizione di giocare le chance alla pari degli altri, alla pari degli altri. E parlo di 50 per cento... Tra parentesi: inviti conviviali, riferisco di incontro a casa Bergamo con Giraudo e Moggi, come quelli organizzati con Facchetti e Galliani quando venivano Milan e Inter a Livorno. In quegli incontri c’era la volontà di Begramo di non riassumere la carica di designatore: era stato nominato da Juve, Inter e MIlan a quei club lo voleva comunicare. E io vicepresidente, era opportuno che ci fossi».



LE GRIGLIE «A pranzo si disse che per tutte le squadre in zona retrocessione, tutte le squadre, griglie con arbitri internazionali e di grande esperienza. Caso strano: proprio Rosetti in Lazio-Fiorentina non vede un fallo di mano di Zauri che impedisce il gol decisivo alla Fiorentina, una svista clamorosa. Che provoca arrabbiature incredibile: anche il sindaco Dominici mi chiama a metà primo tempo, dopo quel mani, lamentandosi della persecuzione nei confronti della Fiorentina. Avrebbe chiamato Carraro, e. Bergamo al telefono mi spiega: Mi dice, io più che mettere in griglia arbitri di valore come Rosetti non so cosa fare, non so cosa fare di più che preparare la partita per bene».



ABETE - La perfetta comunicazione tra vertici federali è confermata da una recente telefonata ABETE mi telefona e riferendosi al macroscopico errore di Rosetti: «Ora a quelli chi glielo dice?» In buona sostanza egli manifesta di essere a conoscenxa delle lamentele della Fiorentina, doveva essere trattata al pari delle altre, al pari delle altre. Mai nessuna telefonata o intervento su arbitri o designatori per mettere in atto cose strane a favore della Fiorentina. Si arriva all’ultima giornata: la partita di tutte le partite è Fiorentina-Brescia, solo la vittoria garantisce la salvezza ai due cotend Arbitra Luigi Collina: pressioni zero, contestazioni zero, contatti zero. Collina è sempre stato ritenuto il miglior arbitro del mondo, no? Poi c’è Bologna-Samp: se il Bologna vince con squadra poco motivata come la Samp (ma si giocava la Champions) non Contestazioni su Paparesta zero, pressioni zero. E infine, solo infine c’è Lecce-Parma: Lecce ancora non matematixamente salvo. In questa gara fanno tutto i giocatori: in campo vanno loro. Quelli del Lecce non voglio perdere, è pareggio con Zeman che contesta la sua squadra perché la sua squadra alla fine permette il pareggio del Parma. L’arbitro è De Santis, designato al Mondiale del 2006, fa la sua partita da spettatore: applica il regolamento.



FANNO TUTTO I CALCIATORI - De Santis mi chiama: la quarta o quinta di De Santis: nessun riferimento illecito parlando con Bergamo e Pairetto, io ero e sono amico di De Santis da lunga data, anche lui facile allo sfottò, vedete la telefonata.



AH GALANTE GALANTE - Contesto canzonatorio: io vanto merito del risultato positivo si devono inquadrare nella mia millanteria per assecondare quello che ai miei interlocutori faceva piacere sentire



IO E LA LAZIO - La Lazio era una società che aveva rischiato il fallimento: coraggioso Lotito, lo avevo conosciuto tramite i buoni uffici del giudice Ferri, anche lui presidente dell’Oratorio Cabrini. Lotito aveva un ossessionante timore che i sacrifici fossero vanificati da errori arbitrali troppo frequenti: parla con Abete e Carraro, si lamenta con loro e Carraro ne parla con me. Io lo feci nel solito modo: prendendolo in giro, perché Lotito aveva cinque telefonini, mi chiamava giorno e notte. O uno taglia di brutto i rapporti o comincia a buttarla sullo scherzo. A conferma c’è la vicenda Chievo-Lazio: Rocchi arbitro, un fiorentino quasi ammiccando su quell’aggettivo. Io con Rocchi c’era solo un rapporto di semplice conoscenza. “Gazzoni parla e noi vinciamo”: lo dico perché non si vince con le chiacchiere. Non casuale che tutte le telefonate incriminate mi vedono protagonista di conversazioni



SEMPRE E SOLO DOPO le partite attenzionate, con toni tipici di chi si vuol fare importante agli occhi degli interlocutori. Mai avuto schede particolari: avevo il telefono Lnd e Figc a disposizione di tutti, e quelli fissi a disposizione di tutti. Io ho dato passione, cuore e denaro al calcio in questi 40 anni.