Viviano in Nazionale , una vita dopo Carletto Nervo un Rossoblu' torna in azzurro
"Sto vivendo un sogno,
grazie al Bologna"
Il giovane portiere convocato da Prandelli. "E' il punto più alto della mia carriera"
Bologna, 7 agosto 2010. «CHI NON HA SOGNATO da bambino di indossare la maglia della Nazionale? Ecco, io quel sogno lo sto vivendo...». Sono le otto della sera e calano le ombre sul parcheggio di Casteldebole. Emiliano Viviano è lì, coi piedoni allargati che ne sorreggono la mole, a gustarsi la prima convocazione nell’Italia dei grandi e a combattere la sua personale guerra contro le zanzare che gli azzannano i polpacci.
Ma non ha paura di niente il pezzo di Bologna a cui Prandelli ha ritagliato un posto tra i ventritré azzurri che martedì a Londra sfideranno in amichevole la Costa d’Avorio. Una notizia che ha fatto tremare i polsi anche a Emiliano il Freddo. «Non è vero che non mi emoziono mai — dice —. Questa volta, quando l’ho saputo, mi sono emozionato. E non oso immaginare che cosa succederà per la seconda partita, quella che si gioca a Firenze (l’amichevole con le Far Oer a settembre, ndr)».
UN PASSO alla volta. Prima c’è Prandelli da ringraziare, poi la Costa d’Avorio su cui concentrarsi, quindi la concorrenza di Marchetti e Sirigu da battere, insieme ai tanti pensieri che si affastellano nella mente e che vorresti tirarli fuori tutti ma non sai da dove cominciare.
Prandelli, allora. «Ho sempre detto di stimarlo tanto: d’ora in avanti lo stimerò ancora di più», dice strizzando l’occhiolino. Probabile che Viviano lo abbia stregato il 17 gennaio scorso a Firenze, quando al Franchi il Bologna strappò i tre punti alla sua Fiorentina grazie ai gol di Gimenez e Di Vaio che il portierone rossoblù difese calando la saracinesca davanti alla porta.
«Può essere che quella prestazione abbia contribuito — osserva Viviano —. Ma se a ventiquattro anni sono arrivato fino alla Nazionale, si vede che qualcosa di buono l’ho fatto e che qualcuno se n’è accorto».
E’ L’ORA dei ringraziamenti: «Il Brescia mi ha fatto crescere come uomo e come calciatore, mentre il Bologna mi ha dato l’opportunità di dimostrare il mio valore in serie A».
Ecco, Bologna e il Bologna. L’ultimo rossoblù a indossare l’azzurro della Nazionale maggiore è stato Carlo Nervo, il 28 aprile 2004 a Genova: Italia-Spagna 1-1. «Giocare in Nazionale è un onore per me — osserva Viviano — ma anche per il Bologna. Se sono arrivato qui lo devo anche ai miei compagni».
Che infatti a fine allenamento lo hanno festeggiato nello spogliatoio. Viviano, invece, in campo aveva festeggiato ad … Autan: quello che si è fatto portare dal massaggiatore per respingere l’assalto delle zanzare, inquiline abituali della Casteldebole versione estiva. Da domani, giorno del raduno a Coverciano, si penserà a come salire di un altro gradino. «Perché adesso che sono arrivato al punto più alto della mia carriera — osserva — la cosa più difficile è conservare questa posizione».
Gli avversari da battere si chiamano Marchetti e Sirigu: «Due bravi portieri, che l’azzurro lo conoscono già. Io mi presento a Coverciano da ultimo arrivato, ma cercherò di fare la mia parte misurandomi con loro. Poi è giusto che sia Prandelli a fare le scelte».
E’ l’ora delle dediche: «Scontato: a mia moglie Manuela e a mia figlia Viola».
Scontato è invece per Colomba che Viviano sia stato chiamato in Nazionale: «E’ un premio alla sua crescita continua: in allenamento, in partita e fuori dal campo. E poi Emiliano è un talento vero: e i talenti meritano di fare strada».
di MASSIMO VITALI
(resto del carlino)