Ed arrivò anche il giorno della “trasferta più bella”.Come avevamo scritto nel volantino distribuito prima di Bologna-Siena dello scorso campionato, infatti, i soldi e le energie che il CASMS ci aveva impedito di investire nella trasferta di Roma, li avremmo destinati ad un’altra “trasferta”, diversa e probabilmente ancora più impegnativa, soprattutto dal punto di vista emotivo: quella in favore delle popolazioni dell’Abruzzo, crudelmente colpite in Aprile da un terremoto assassino e devastante.Come avviene per tutte le trasferte che si rispettino, l’organizzazione era cominciata da lontano; la raccolta fondi (messa in piedi dai Gruppi ultras della Curva Andrea Costa e dal Centro Bologna Clubs, con l’appoggio di tutta la tifoseria Bolognese) era stata solo il primo, ovviamente fondamentale, passo: ed i 14400 € raccolti, avevano dimostrato il grande cuore di una Città ed una tifoseria realmente partecipi del dolore delle genti terremotate.La fase successiva, legata alla scelta della “destinazione d’uso” dei fondi raccolti, era stata invece estremamente ponderata e, di conseguenza, meno immediata: tramite contatti con l’Associazione “Pescara siamo noi”, legata alla tifoseria del Pescara e coinvolta fin dai primi istanti successivi al terremoto nell’assistenza agli sfollati, venivamo a conoscenza del progetto di ricostruzione portato avanti dall’Associazione “San Gregorio rinasce”, costituita dai cittadini del paesino di San Gregorio (provincia de L’Aquila) e destinata a stimolare la ricostruzione del piccolo borgo, andato completamente distrutto in seguito al sisma; l’adesione era totale, nostra come di altre tifoserie (L’Aquila,Pescara, Vasto, Vicenza, Empoli): i fondi sarebbero stati dunque destinati a tale scopo .Queste le premesse che ci hanno portato a realizzare “la trasferta più bella”, in realtà suddivisa in due fasi: la prima, il 5 Agosto, quando due rappresentanti della tifoseria rossoblu sono scesi a San Gregorio a consegnare materialmente l’assegno, e l’altra dell’8 Agosto, quando si è svolta la cerimonia di presentazione del progetto di ricostruzione che sarà portato avanti con questi fondi, nonché di “ringraziamento” ai partecipanti da parte delle locali Associazioni ed istituzioni.In partenza da Bologna, la mattina di sabato 8 Agosto, siamo 4 CTB; complici le vacanze estive, infatti, gli altri Gruppi della Curva hanno dovuto a malincuore rinunciare a presenziare. A noi del Gruppo ControTendenza, allora, la responsabilità e l’orgoglio di rappresentare degnamente l’intera Curva e tifoseria Bolognese: uno stimolo in più in una giornata già di per sé ricca di contenuti.Al ritrovo, alle 7, siamo carichi: la consapevolezza che ci attende un viaggio lungo, oltretutto nella giornata definita “la peggiore dell’anno” per muoversi sulle autostrade, ci ha consigliato di non eccedere negli stravizi, la sera prima, e di riposare; effettivamente, capiamo già a Castel San Pietro, dove si è formata una coda interminabile, che arrivare a L’Aquila non sarà una passeggiata.Il viaggio procede al rallentatore, seppur cullati dalle note di una colonna sonora di tutto rispetto: a mantenere il morale alto ci pensano infatti The Committments, Supertramp e Pink Floyd, omaggio alla cultura musicale “psichedelica” del nostro guidatore designato.Solo alle 11 arriviamo all’autogrill dopo Fano, dove raccogliamo altri due ControTendenti, in vacanza da quelle parti, che hanno preferito rinunciare ad una giornata di mare pur di non mancare. Tempo di una sosta e siamo nuovamente in strada; le code, continue in questo tratto di Adriatica, ci consentono di guardare ed apprezzare il litorale marchigiano, mentre il blu del mare stimola, tra noi in auto, sogni di atolli polinesiani ed improbabili progetti di business qualora vincessimo al Superenalotto.Son necessarie ancora due ore per arrivare a Giulianova, dove decidiamo di fermarci per il pranzo; i ragazzi della Curva Ovest Giulianova (il gruppo unico nato dalla fusione di Pirates e Collettivo Blasco), infatti, sapendo del nostro arrivo, hanno prenotato per noi in uno splendido stabilimento sul lungomare. Facciamo in tempo ad apprezzare le ottime portate di pesce quando arriva una loro delegazione a salutarci; la chiacchierata è lunga, piacevole ed interessante, e loro si dimostrano ragazzi ricchi di entusiasmo, passione e mentalità, doppiamente ammirevoli anche per la capacità di mantenere una realtà ultras a livelli così alti, in una cittadina che conta a malapena 20000 abitanti.Verso le 16.30 ripartiamo alla volta di San Gregorio, dopo aver salutato e ringraziato nuovamente i ragazzi di Giulianova per l’accoglienza, non senza la promessa di ritrovarsi qualora passino da Bologna. La superstrada direzione L’Aquila, per fortuna, è molto meno trafficata rispetto al precedente tratto autostradale, e procediamo spediti: basta poco più di mezz’ora per arrivare al casello di Aquila Est, dove incontriamo Alberto, esponente dei NAM L’Aquila, che sarà la nostra guida in questa giornata.Seguendo Alberto, ci addentriamo all’interno della provincia dell’Aquila; il clima gioviale e rilassato che c’era in auto, scompare e lascia il posto allo sgomento ed al silenzio quando, per la prima volta, ci imbattiamo in una tendopoli; è quella di Tempera, e la visione di queste persone che con enorme dignità e compostezza cerca di continuare la propria vita seppure tra le indicibili difficoltà del vivere dentro una tenda dopo aver perso tutto, è abbastanza forte da sprofondare ciascuno di noi nelle proprie, più profonde, riflessioni.Passiamo di fianco ad Onna, paese epicentro del terremoto, e sembra di essere in una zona teatro di guerra; il contrasto con la morte rappresentata da queste macerie assassine è forte, specialmente nell’attivismo dei cantieri, in cui si continua a lavorare alacremente, senza soste o vacanze estive, nella speranza di restituire un volto a questo territorio massacrato.Arriviamo finalmente a San Gregorio; il punto di ritrovo è il “bar” fuori dalla tendopoli, e qua facciamo conoscenza con i due esponenti dei Pescara Rangers e con diversi ragazzi della tifoseria dell’Aquila. Per la prima volta ci confrontiamo con ragazzi che hanno vissuto, drammaticamente, in prima persona, la devastante esperienza del terremoto.Non si parla più, come avevamo fatto fino ad allora, di calcio, di curve, il mondo ultras diventa quasi il contorno o il “pretesto” che ci ha portato ad essere lì; si parla invece di vita, di vite, quelle spezzate dal terremoto, quelle cambiate dopo il sisma, quelle di chi ha dovuto ricominciare da zero. Ma si parla anche di sogni, di speranze per il futuro, di voglia di rimettersi in piedi, il prima possibile.La tensione emotiva è grande, e la commozione diventa molta quando un ragazzo de L’Aquila (alloggiato in tenda ancora dopo quattro mesi, perché non ha voluto andarsene sul litorale ed abbandonare la propria terra) ci racconta tra le lacrime di come ogni mattina, svegliandosi, la prima cosa che faccia sia piangere guardando sua moglie e la sua bambina piccola, costrette a vivere in quella tenda. La commozione è grande anche in noi, che non riusciamo ad aprire bocca ed a dire nulla.Sono ormai arrivate le 18.30 ed è il momento di spostarci nella piazzetta di San Gregorio, dove avrà luogo la cerimonia: è dal 6 di Aprile che è abbandonata e questa sarà la prima occasione in cui tornerà ad essere viva e “popolata”. Qua ci raggiungono due ragazzi dei Rangers Vasto (tifoseria che ha partecipato al progetto) ed incontriamo anche gli abitanti di San Gregorio: l’accoglienza è veramente straordinaria, calorosa e fraterna, e fin da subito ci vien detto “da oggi San Gregorio è anche il vostro paese”.La cerimonia è sobria, spontanea e genuina: raccolti in circolo nella piazzetta, la Presidentessa dell’Associazione “San Gregorio Rinasce” ed il vicesindaco dell’Aquila illustrano il progetto di ricostruzione e chiamano i rappresentanti dei Gruppi che hanno partecipato all’iniziativa per consegnare loro una pergamena di ringraziamento ed una polo dell’associazione. E’ poi la volta, per i rappresentanti delle tifoserie, di parlare; di nuovo, la commozione è grande, e non sempre le parole escono con la fluidità che si vorrebbe. Il concetto che teniamo a ribadire, comunque, è che gli ultras sanno anche costruire, e non solo distruggere, che possono realizzare splendide iniziative come queste, anche se purtroppo –secondo i mass media- non fanno notizia quanto i fatti di cronaca nera che riguardano le tifoserie.Terminata la cerimonia, abbiamo poi modo di parlare più approfonditamente con gli abitanti di San Gregorio; si spazia dal calcio all’esperienza del terremoto. E’ una chiacchierata emblematica di questa giornata che, come una sinusoide, alterna momenti “leggeri” ad altri in cui la commozione è grande; ma mai, anche quando ci parlano di tutto ciò che hanno perso sotto quelle maledette macerie, queste persone si lasciano andare alla disperazione. E’ questa la cosa che colpisce di più: l’enorme dignità, l’orgoglio, la forza e la voglia di andare avanti nonostante tutto e tutti, di ricostruirsi una vita e cancellare, per quanto possibile, gli sfregi lasciati dal terremoto. Questa enorme tenacia traspare dai discorsi e dagli occhi di questi ragazzi, delle persone anziane, di tutti, lasciandoci ammirati ed orgogliosi per avere conosciuto persone di tale tempra.Sono ormai le 23 quando questo straordinario incontro si può dire concluso; gli abitanti di San Gregorio devono fare rientro nei loro alloggi, mentre i ragazzi di Vasto e di Pescara si dirigono verso casa. Anche nei loro confronti possiamo dire che il conoscerli è stata una fortuna ed un privilegio; mentalità, passione ed umanità da vendere, cosa sempre più rara da trovare.Noi concludiamo la nostra giornata venendo ospitati a cena dai ragazzi dell’Aquila che, gentilissimi, ci portano in un locale tipico a mangiare i formidabili “arrosticini”: si può dire che è veramente la “ciliegina” sulla torta di una giornata straordinaria, prima di tutto dal punto di vista umano. Anche con loro, prima di salutarci, stringiamo la promessa di restare in contatto, già a partire dal triangolare (Bologna-Aquila-Pesaro) che si giocherà a Pesaro il 12. E’ una promessa sentita ed a cui vogliamo tenere fede, perché il legame stretto in un’occasione del genere merita di essere tenuto vivo e saldo nel tempo.Il viaggio di ritorno verso Bologna è senza intoppi, i mille pensieri e le immagini della giornata continuano a scorrere nella mente, la stanchezza comincia a farsi sentire e non parliamo più di tanto: col silenzio cerchiamo di conservare gelosamente dentro di noi i ricordi di questa esperienza straordinaria. I portici ci abbracciano alle 4.30 circa, quando arriviamo, e viene anche per noi il momento di salutarci, con la consapevolezza di avere vissuto una giornata che non dimenticheremo per il resto della nostra vita.Una giornata in cui abbiamo imparato dai ragazzi dell’Aquila e di San Gregorio il significato vero delle parole orgoglio, dignità, tenacia, forza di volontà, senso di appartenenza alla propria comunità, anche e soprattutto nei momenti più duri. Per quanto ci riguarda, non possiamo che ribadire ciò che abbiamo detto alla cerimonia: non ci siamo dimenticati di voi, e ci saremo ancora e sempre.
FORZA ABRUZZO, FORZA SAN GREGORIO, BOLOGNA E’ CON VOI!Bomber