venerdì 13 febbraio 2009

IL GRANDE GIACOMO CI HA LASCIATO!

lunedì i funerali in San Pietro 13/2/2009 17:30 Visto il grande numero di persone che si prevede parteciperanno ai funerali di Giacomo Bulgarelli, la cerimonia non si svolgerà alla Certosa, bensì presso la Cattedrale Metropolitana di San Pietro in via dell'Indipendenza, sempre alle ore 11.45 di lunedì 16 febbraio. Celebrerà la funzione Sua Eccellenza Monsignor Ernesto Vecchi, Vescovo Ausiliare di Bologna.


CAPITANO ED ALFIERE DEL BOLOGNA, il simbolo dello scudetto del 1964. In nazionale uomo guida della squadra di Edmondo Fabbri Insieme ad Antonio Schiavio viene considerato una delle due bandiere del grande Bologna.Parliamo di Giacomo Bulgarelli, calciatore simbolo della squadra rossoblu. Una vita per il calcio, una vita per una squadra, sicuramente l’emblema di una formazione che torna grande negli anni sessanta, dopo decenni da quando il Bologna “il mondo tremar fa…”.Nato a Portanuova Medicina vicino a Bologna il 24 ottobre 1940, a soli diciannove anni debutta in serie A con la squadra del suo cuore, dove ovviamente era cresciuto. Gioca da centravanti ma il tempo e la saggezza di Fulvio Bernardini lo trasformeranno in eccezionale centrocampista, perno vitale per una squadra che vuole tornare grande.Intanto diventa uno dei giovani più promettenti del calcio italiano al punto che viene convocato fra i ventidue per la trasferta nei mondiali in Cile nel 1962. Anche se non ha ancora vestito la maglia azzurra, per i direttori tecnici Mazza e Ferrari è un giovane di talento che all’occasione può far comodo durante il mondiale.Parte dalla panchina vendendo giocare Altafini, Sivori e Menichelli, poi la battaglia con il Cile e nell’ultima partita inutile contro la Svizzera gioca a centrocampo. E’ un debutto felice che sembra far quasi dimenticare le amarezze dell’eliminazione. Infatti Bulgarelli realizza una doppietta nell’arco di pochi secondi, il classico giovane che porta speranza alla nazionale azzurra in crisi e già affondata dalle critiche.In campionato il suo Bologna gioca nel torneo 62-63 alla “lotta a quattro” per lo scudetto, mentre ormai il suo ruolo di regista sta diventando il suo ruolo naturale ed è lui il capitano della squadra. Bulgarelli è una mezzala che sapeva costruire le azioni disponendo di uno spiccato senso tattico, a conferma di una personalità ed una notevole intelligenza calcistica. In una squadra che gioca “come si gioca in paradiso”, la maglia numero otto e perennemente sua. Il torneo è vinto dall’Inter di Herrera ma ormai Fulvio Bernardini e il suo Bologna è pronto a lanciare la sfida al “grande mago”.La stagione successiva è quella della lotta testa a testa fra le due grandi e alla fine tutte e due terminano a 54 punti. Bulgarelli è decisivo con 33 presenze e otto reti. Per la prima e per l’unica volta nella storia del nostro campionato, si giocherà lo scudetto in un’ unica partita di spareggio. Il 7 giugno all’Olimpico di Roma ecco Bologna-Inter con i pronostici leggermente favoriti per i neroazzurri. Invece un secco due a zero contro ogni più rosea previsione porta al trionfo di Bulgarelli e soprattutto del grande allenatore Fulvio Bernardini.Seguiranno campionati dove il Bologna dirà la sua per la lotta dello scudetto giungendo secondo nella stagione 1965-66. In nazionale intanto Fabbri cerca di far risorgere l’Italia dopo la delusione in Cile e vede in Bulgarelli in centro del suo gioco confermando la maglia numero otto anche in azzurro. In un epoca durante la quale il catenaccio regnava da padrone, Fabbri grazie all’inserimento di Bulgarelli vuol fare giocare all’Italia un calcio spettacolo ricco di tecnica e di eleganza. La sua squadra vede come regista Rivera e al centro dell’attacco Mazzola. Il dualismo fra i due ancora non era nato.Fra Fabbri e Bulgarelli sembra nascere quasi un inscindibile binomio. Il tecnico può rinunciare a tutti i giocatori tranne che al capitano del Bologna. Intanto arrivano i mondiali inglesi e nella prima partita vittoria con il Cile ma Rivera non brilla. Fabbri vuol dare fiducia al centrocampo mandando il leader milanista in panchina e dando le briglie della regia solo a Bulgarelli.Nella decisiva partita con l’URSS la sconfitta, sicuramente immeritata, porta Fabbri a rimescolare le carte in campo. Si giocherà contro la Corea e Rivera ritorna in squadra. La storica e negativa sconfitta contro i coreani ha molti padri, anche se non tutti ricordano che proprio Bulgarelli, in non ottime condizioni fisiche, uscì dal campo quasi subito dopo un cattivo intervento di un difensore avversario che colpì il suo ginocchio già malandato. In dieci quella fu la prima avvisaglia di una partita maledetta.Il binomio Fabbri-Bulgarelli costò carissimo al capitano del Bologna che nonostante il suo valore espresso, cadde nell’ostracismo che stampa e pubblico decretò contro il tecnico e le sue scelte.Una maglia azzurra ricca di dolore contro la Corea sarà la sua ultima maglia azzurra, dopo 29 presenze e sette reti. Fuori dalla nazionale il suo pensiero e far ritornare il Bologna grande.La squadra si afferma con tre vittorie in Coppa Italia nel 1970, e 1974 e per ironia della sorte, Fabbri tornerà anni dopo ad allenare proprio il Bologna. La squadra dello scudetto che dava filo da torcere ad un Inter “campione del mondo” ormai non esiste più. E’ un Bologna di grande rispetto, con un bomber giovane come Giuseppe Savoldi, ma la lotta per lo scudetto ormai è un ricordo lontano. Bulgarelli termina la sua attività nella stagione 1974-75, ormai a 35 anni dopo diciassette campionati. Ha giocato 392 gare segnando 43 reti e il calciatore che ha vestito più di tutti la maglia del Bologna, la sua mitica maglia numero otto.(tratto da golcalcio.it)
condoglianze da parte di tutto il Gruppo Controtendenza alla famiglia Bulgarelli.
ci auguriamo che la maglia n°8 venga ritirata.